Finanziaria regionale: Mannino (Cgil Sicilia), manovra inadeguata che delinea un ente regione come centro di spesa piuttosto che di programmazione e indirizzo. Col sindacato confronto sporadico e sterile. “Da Schifani dichiarazioni indegne”

CGIL SICILIA
UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA

Palermo, 30 dic- “Ci preoccupa l’inadeguatezza della legge regionale di bilancio che delinea sempre più una regione come centro di spesa piuttosto che come ente di programmazione e di indirizzo.

E ci inquieta l’atteggiamento del presidente della Regione che a fronte di proposte concrete del sindacato, fa dichiarazioni indegne, rispondendo con arroganza a critiche fondate”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino.
“In una prima fase del confronto- spiega Mannino- abbiamo presentato una serie di proposte, riscontrabili negli atti parlamentari, che si inserivano in una manovra che complessivamente non superava i 700 milioni e che puntava ad affermare il ruolo di programmazione e indirizzo dell’ente regione. Mirando agli obiettivi di migliorare la macchina amministrativa della regione e degli enti locali, di tutelare alcuni categorie di lavoratori privi di protezione sociale, di tutelare la coesione sociale, di rispondere alla fragilità del sistema sanitario e istruzione, di migliorare la qualità dei servizi. Ma il confronto col sindacato – prosegue Mannino- è stato sporadico, sterile e su un testo che è stato poi profondamente modificato durante l’iter parlamentare, senza passare da una ulteriore verifica con le parti sociali”. Il segretario della Cgil rileva che “delle proposte della Cgil solo una quella accolta, quella che riguarda la stabilizzazione degli Asu, seppur con modifiche”. E sottolinea “Sul resto ovviamente la battaglia continua. Riteniamo incredibile che di fronte a tanta pochezza il Presidente della regione non provi alcun imbarazzo, si pavoneggi anzi sottolineando la bontà di quanto prodotto”.

Queste nel dettaglio le proposte presentate dalla Cgil:

1. Agricoltura: sostegno per 40 milioni di euro ai vari comparti dell’agricoltura che hanno subito danni a causa della siccità, soprattutto all’agrumicultura prevedendo un sostegno non solo alle aziende ma ristori anche per i lavoratori. La riduzione delle giornate di lavoro per i stagionali determina meno salario oggi ma anche meno reddito domani, con gli attuali strumenti del salario differito. Aumento di 9 milioni del finanziamento ai consorzi di bonifica per il rinnovo contrattuale. Lo sblocco del turnover riportandolo al 100% ( oggi al 50%) anche per superare il lavoro precario e la stagionalità che se in altri ambiti potrebbe ancora avere un senso in questo campo è completamente fuori da ogni logica. L’incremento di 50 milioni per il settore forestale per definire la riforma più volte annunciata. 5 milioni di euro per definire i contenziosi che interessano L’Esa e garantirne la necessaria funzionalità.

2. Enti locali: rispetto agli ASU bene il passaggio alla SAS ma bisognava prevedere il tempo pieno e non 30 ore (come nella proposta approvata dal governo ) in quanto si rischia di non garantire gli attuali servizi. Questa l’unica proposta che è stata accolta. Difficile investire in cultura se chi poi la deve fare fruire ai visitatori è precario e non ha un minimo di ore contrattualizzate. Rispetto al rinnovo 22\24 non avendo nessuna intenzione di replicare quanto recentemente avvenuto col contratto degli statali (inflazione al 17% rinnovo con aumenti del 6%), serve un incremento delle risorse pari a 10 milioni. Serve un grande piano di assunzioni per affrontare la sfida dei prossimi mesi e anni, mettendo a concorso almeno 1.000 posti tra ispettorato del lavoro, e tecnici di cui la regione è assai carente (ingegneri, architetti, geologi, informati ecc.) per i vari rami dell’amministrazione con una previsione di spesa di circa 40 milioni. Trasparenza nell’attribuzione delle risorse attraverso criteri univoci, non si capisce come mai qualche Comune riceva dei contributi e qualche altro no e prevedendo l’aumento del fondo per servizi e investimenti per comuni ed ex provincie per 150 milioni. Più risorse, circa 30 milioni, per aumentare l’orario di lavoro degli articolisti che reggono i comuni, in attesa dello sblocco delle assunzioni.

3. Finanziare la legge ( ancora da approvare) sulla non autosufficienza per le migliaia di disabili gravi e gravissimi e per le loro famiglie. Previsione 20 milioni di euro di spesa. Interventi sulle politiche sociali e di coesione per ulteriori 20 milioni.

4. Fondo per gestire le crisi aziendali non coperte da ammortizzatori sociali ordinari (kalat ambiente, Almaviva ecc.) 100 milioni.

5. Intervento per il pagamento del 100% delle borse di studio agli idonei non assegnatari visto che oggi solo il 30% viene pagato e potenziamento del diritto allo studio con previsione di spesa di 20 milioni. Al netto dei programmi dei fondi strutturali per edilizia scolastica.

6. Interventi per la cultura a partire dal rafforzamento del fondo unico, con assegnazioni oggettive e non arbitrarie. Incremento proposto 15 milioni.

7. Interventi per il trasporto pubblico locale, per le isole minori e per le aree interne con previsione di spesa 30 milioni.

8. Intervento straordinario per le strade secondarie di competenza delle ex province (50 milioni di spesa).

9. In attesa del nuovo piano sanitario e della nuova rete ospedaliera prevedere sulla sanità regionale un intervento straordinario di 20 milioni per affrontare strutturalmente il problema delle lista di attesa.

10. Oltre ad intervenire con il governo nazionale per una legge sulla continuità territoriale e per i costi dell’insularità, prevedere una spesa di 50 milioni in questo ambito.